“Old Learners” – ovvero quando servono più motivazione ed empatia!

Qui sul blog di Speexx Italia abbiamo già in diversi post parlato della generazione Y, dei cosiddetti Millennials e di come il loro ottimo rapporto con la tecnologia faciliti spesso la formazione in e-learning (sbircia in tutti i nostri post passati). Oggi invece vogliamo parlare di un altro tema correlato ed a noi molto caro, ovvero la formazione destinata a chi invece di anni ne ha qualcuno di più.

Certo, perché se da un lato è importante formare i giovani e affinché diventino ambasciatori di percorsi in cui la tecnologia è al centro delle attività, è altrettanto importante far sì che le aziende affrontino i percorsi di aggiornamento e formazione sulla popolazione che è in azienda da molti più anni.

Non nascondiamolo, a volte ci confrontiamo con studenti che si trovano a dover riprendere in mano le lingue dopo anni, a volte decenni, i quali non credono che riusciranno mai a raggiungere obiettivi soddisfacenti: qui la differenza che molto spesso la fa da padrone è la motivazione personale del singolo studente. E se questa mancasse? Proviamo ad intervenire con azioni sul singolo da parte dei nostri coach.

Motivare oggi uno studente adulto significa in primo luogo trovare le leve giuste sulle quali lavorare e sfruttarle per far percepire la crescita, non solo lavorativa, ma anche personale.

In certi contesti è forse scomodo dirlo, ma in generale la forza lavoro europea sta invecchiando. Inoltre, secondo un’indagine di Cedefop (European Centre for the Development of Vocational Training) nel 2014 poco più del 10% degli adulti tra i 25 a i 64 anni hanno partecipato a progetti di formazione continua. Riusciremo a raggiungere il target previsto dall’Unione Europea per il 2020 fissato al 15%?

I datori di lavoro dovrebbero indagare quali siano i reali obiettivi che i lavoratori vorranno raggiungere negli anni che li separano dalla pensione e dare loro la possibilità di crescita continua per arrivare dove ancora non sono giunti. Una processo di mappatura delle necessità, dei desideri e delle richieste dei dipendenti è spasso fondamentale per capire quali sono gli ambiti su cui la formazione deve andare a lavorare.

I nostri coach sanno di cosa parlo: si relazionano infatti con studenti che negli anni hanno affrontato diversi percorsi di training, in materie anche spesso diverse, ma soprattutto si è trattato solitamente di formazione tradizionale, face to face, con docente in aula. La sfida, da parte nostra, è di agevolare tutti nell’uso della tecnologia a disposizione per l’apprendimento, e di permettere un training approfondito e standardizzato di tutta la popolazione aziendale che seguiamo.

Fissare delle tappe non perseguite negli anni precedenti ed aiutarli a superarle. Non dare per scontato che le persone siano sedute in modo immobile alle loro postazioni, ma dare loro modo di crescere ed eccellere: chi è in azienda da molti anni conoscerà perfettamente dinamiche, modalità e tecnicismo del proprio lavoro e dei software e sistemi interni, ma far crescere un azienda significa far crescere tutta la workforce con essa.

Ma come possiamo realmente motivare i dipendenti con qualche anno in più ad intraprendere e portare a compimento percorsi di formazione? Lo abbiamo chiesto direttamente ad Anna Corniani, una delle nostre senior coach, ruolo fondamentale nei percorsi di apprendimento Speexx.

“Due parole chiave del mio approccio sono pazienza ed empatia: nel mio quotidiano lavoro con tutti gli studenti, ma soprattutto con gli “older-learner” l’approccio di sprono autoritario funziona poco. Per me è basilare sin dalla prima telefonata entrare in sintonia con lo studente, ascoltare e capire quali sono le sue aspettative, perché il fattore età inevitabilmente porta gli uni o gli altri ad approcciarsi ai percorsi di lingua in modo differente. C’è chi non mostra grande entusiasmo all’idea di rimettersi a studiare la lingua richiesta dall’azienda, oppure c’è chi coglie l’opportunità con spirito d’avventura, buttandosi senza remore nello studio della lingua.

E’ sempre importantissimo guidare passo passo gli studenti all’inizio, spiegando in modo chiaro e semplice il metodo e, soprattutto, la tecnologia che sta dietro ai nostri percorsi di blended learning: “provare insieme” un motto che fa capire sin da subito che il percorso prevederà un accompagnamento ed un supporto costante, lungo tutto il progetto. E non mi dimentico mai altri due concetti per noi importanti, ovvero che l’uso della tecnologia per fare formazione online può essere divertente, avvicinando all’apprendimento con un approccio comune alla gamification e che si può studiare anche in “micropillole formative“, cioè ritagliarsi 10 minuti ogni tanto lungo l’arco della giornata e connettersi ai nostri sistemi e non obbligatoriamente dover trovare l’intera ora libera durante la quale studiare. “

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